Ai piedi della riserva integrale di Sasso Fratino

Posted on 5/04/2019
Un po’ di fotografie scattate domenica scorsa durante l’escursione “Ai piedi della riserva integrale di Sasso Fratino”, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Con un anello di quasi 15 km abbiamo esplorato i rami più alti del Bidente di Campigna, costeggiando, per un breve tratto, il confine della riserva di Sasso Fratino.
Lasciando le automobili in località Case Fiumari (punto di partenza anche per le classiche escursioni all’altopiano di San Paolo in Alpe) ci siamo diretti verso l’insediamento del Molino Fiumari e della chiesa di Sant’Agostino. Del Mulino rimane la struttura e il “bottaccio”, piccolo invaso artificiale in cui veniva raccolta l’acqua utilizzata per fornire energia meccanica al mulino. Sul retro dell’edificio è visibile la conduttura che portava l’acqua alle pale (non più presenti) e si può osservare l’albero in legno che trasmetteva la rotazione alle macine poste ai piani superiori.

Poco più a monte dell’insediamento, lungo il sentiero che sale verso il bivacco Ballatoio, abbiamo lasciato il sentiero segnato per imboccare una vecchia traccia che corre lungo la destra idrografica del fosso del Fiumicino. Dopo i ruderi di Cà Val di Covile, il sentiero procede in un bosco giovane con querce e carpini neri intervallati dai classici rimboschimenti di pino nero. Salendo gradualmente di quota, compare la faggeta e le piante si fanno via via più importanti man mano che ci si allontana dai terreni in cui i contadini locali, fino alla metà del ‘900, avevano pascoli e colture. Arrivati alle pendici del Poggio Capannina, abbiamo ammirato il panorama sull’aspro versante romagnolo del crinale appenninico, tutelato dalla riserva integrale. Dopo qualche centinaio di metri abbiamo abbandonato la traccia per scendere verso il fosso e raggiugere il confine di Sasso Fratino.
Il territorio di Sasso Fratino rappresenta, dal punto di vista naturalistico, una delle aree più importanti d’Italia e d’Europa e la riserva integrale che lo tutela fu la prima, di questo genere, ad essere istituita nel nostro Paese. La foresta di Sasso Fratino è un ecosistema in perfetto equilibrio, un ambiente naturale, scampato all’azione umana di “governo” dei boschi, in cui vivono alcuni dei faggi più vetusti dell’emisfero boreale; alcune di queste piante erano già in vita quando Cristoforo Colombo sbarcò sulle coste americane!


Costeggiando il tratto più settentrionale del confine della riserva, siamo saliti lungo il versante del crinale appenninico, fino a raggiungere la pista forestale delle Cullacce, ritornando così in zone più note e battute dagli escursionisti. Dopo un rifornimento d’acqua alla Fonte del Raggio, ci siamo fermati per una fugace pausa pranzo al bivacco Ballatoio. L’itinerario è proseguito lungo il sentiero per il rifugio Villaneta (www.facebook.com/rifugiovillaneta), immerso nel bel bosco misto della foresta di Campigna, per poi imboccare il sentiero 249 per Sant’Agostino e far rientro alle macchine.
Alla prossima escursione!